Leader vs boss. Un confronto di lunga data

Leader vs boss. Un confronto di lunga data

Oggi si parla spesso di leader e boss soprattutto enfatizzandone le differenze. In questo articolo parleremo di leader e di manager (quasi sempre definiti boss) mettendo in risalto le peculiarità di ciascuna delle due figure. Chiariamo subito che sono molto distanti fra loro e che non possiamo fare una classificazione buoni/cattivi come avviene di fatto nella totalità delle disquisizioni che riguardano questo interessante ed attuale argomento.

L’immaginario collettivo

L’idea comune è che i leader siano i buoni ed i manager i cattivi: la complessità è maggiore ed è veramente difficile poter confermare questa classificazione soprattutto per il fatto che il contesto è determinante. Un leader ed un manager hanno caratteristiche differenti e quindi potrebbero andar entrambi bene in contesti differenti. A questo bias si aggiunge il bias sul ruolo: ruolo e posizione non devono per forza coincidere. Un terzo bias è relativo alla dote innata di leadership: sicuramente esiste una propensione ma questo non significa che non si possa costruire un percorso che sviluppi le numerose competenze necessarie alla leadership.

Gestire o guidare?

La prima grande differenza fra un manager ed un leader risiede nella propensione alla gestione o alla guida: un manager gestisce il proprio team mentre un leader lo guida. I due approcci distano anni luce. La gestione delle persone (manager) può sfociare facilmente in micro-management e quindi in una conseguente naturale deresponsabilizzazione dei membri del team mentre al contrario guidare un team (leader) significa indicare una direzione da seguire lasciando al team la libertà di decidere come raggiungere l’obiettivo. Questo approccio responsabilizza maggiormente i membri del team e da spazio all’espressione e crescita professionale di ciascuno di essi. Facendo una estrema sintesi del concetto possiamo dire che mentre il manager indica al team come portare a termine gli obiettivi il leader si limita ad indicare gli obiettivi dando spazio al come raggiungerli.

Regole o valori?

Tutte le aziende di una certa dimensione si basano su un insieme di regole spesso così esteso da non renderne facile la completa conoscenza da parte dei dipendenti dell’azienda stessa. Regole che si declinano in policy varie: trasferte, rapporti coi fornitori, linee guida per un comportamento etico e chi più ne ha più ne metta. Pochissime aziende, al contrario della stragrande maggioranza, invece spostano il focus dalle regole ai valori. Pochi valori che delineano una direzione senza dover dettagliare qualsiasi aspetto. È chiaro che un manager (che gestisce) abbraccerà il sistema “a regole” mentre il leader (che guida) darà spazio ai valori lasciando che le persone adattino i propri comportamenti in funzione dei valori condivisi.

Errori, Fallimento ed Apprendimento

In misura più o meno importante il concetto di errore con tutte le sue implicazioni è presente ed accettato in tutte le aziende se pur con atteggiamento differente. Molto dipende dalla cultura aziendale che influenza la percezione dell’errore stesso: si passa quindi da obiettivo mancato ad occasione di apprendimento. Ma parlare di errore è riduttivo. Esiste anche il fallimento le cui conseguenze sono nettamente superiori e quasi sempre frutto di un insieme di errori. I manager spesso accettano l’errore (per quanto sia un elemento di rumore per una gestione “perfetta”) mentre i leader abbracciano la cultura del fallimento come fonte di apprendimento ed opportunità di crescita delle persone e del business dell’azienda.

Cosa serve per diventare un leader?

Gli ingredienti che servono ad un leader sono veramente tanti. Ovviamente ne abbiamo citati solo alcuni e non ci siamo addentrati, ad esempio, nei meandri della scuola dei Gesuiti (Mario Draghi si è formato lì) nella quale vengono valorizzati conoscenza, coraggio ed umiltà come base di una solida leadership. Approccio orientato al problem setting piuttosto che al problem solving, perseveranza e scrupolosità, orientamento al cambiamento ed alla generazione di risorse sono solamente alcuni esempi. Scorrendo questa lista, assolutamente non esaustiva, è chiaro che non esista un manuale di istruzioni che possa guidare un individuo verso la leadership.

LeaderManager
Guida il teamGestisce il team
Valori alla baseRegole alla base
Errore/fallimento come momento di apprendimentoErrore/fallimento come minore efficienza
Problem settingProblem solving
Generazione di risorseEfficientamento delle risorse
Riepilogo delle differenze evidenziate fra leader e manager

Sei un leader o un manager?

Diventare un leader è come investire bene in borsa. Se speri di metterci solo un giorno per fare fortuna, non avrai successo.

John C. Maxwell

Come sempre è difficile valutare sé stessi. In genere si ha la tendenza a valutare gli altri per i risultati e se stessi per le intenzioni… Ma le intenzioni non bastano! La figura del leader è molto complessa e sicuramente non può cadere nella trappola dell’autoreferenzialità. In altre parole, mentre è semplice potersi definire un manager poiché molto più aderente ad un ruolo aziendale per il leader ci sono dei ragionamenti più articolati ed un riconoscimento che deve necessariamente essere conferito dall’esterno.

Conclusioni

Questo articolo non ha certo la pretesa di affrontare in maniera esaustiva il tema della leadership, anche perché ci vorrebbero decine di libri e non qualche centinaio di caratteri… L’obiettivo è quello di introdurre l’argomento per poi svilupparlo progressivamente in una serie di articoli in cui saranno riportati anche esempi di leader e delle relative aziende costruendo quindi un percorso che ci permetta di esplorare questo fantastico mondo!

Riferimenti

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