NFT: bolla speculativa o opportunità?

NFT: bolla speculativa o opportunità?

Il titolo dell’articolo è intenzionalmente impreciso ma come si dice il fine giustifica i mezzi… Ora che ho attirato la vostra attenzione iniziamo! Proviamo a fare chiarezza sulla terminologia almeno per quanto riguarda i termini tecnici più comuni ed a capire come sono legati fra loro. Solo in seguito potremo procedere con gli utilizzi ad oggi della tecnologia ed ipotizzeremo qualche scenario futuro.

Cosa sono gli NFT?

Gli NFT (Non-fungible token) sono dei token che certificano l’autenticità di un risorsa digitale, come ad esempio una immagine, e quindi il relativo possesso da parte di chi ha ottenuto quella risorsa. Essendo le risorse digitali “duplicabili per natura” non bisogna confondere la certificazione di autenticità con la possibilità che non ne esistano copie non autorizzate. Se dovessimo fare un paragone con il mondo analogico potremmo pensare alla Monnalisa: una sola versione autentica al mondo a fronte di milioni di copie identiche all’originale.

Tecnologia alla base degli NFT

Alla nascita di internet l’unico paradigma di comunicazione su canali digitali era quello del “client/server” dove il client rappresenta il richiedente di uno specifico servizio (ad esempio un browser che visualizza un sito) ed il server il fornitore del servizio richiesto (ad esempio un host in cui è presente il sito richiesto con tutte le relative risorse). Questo modello, ancora estremamente diffuso, di fatto si basa sul concetto di informazioni centralizzate e quindi su un rapporto non alla pari fra i nodi della rete.

Nel tempo, al modello “client/server” si è affiancato un modello definito “peer-to-peer” caratterizzato dal fatto che ciascun nodo è allo stesso tempo client (richiedente del servizio) e server (fornitore del servizio). Un esempio molto noto è Napster: servizio utilizzato per lo scambio di musica nato nel lontano 1999. Questo modello di fatto ha in parte scardinato la centralizzazione dell’informazione creando un rapporto alla pari fra i nodi della rete.

Una ulteriore evoluzione del modello “peer-to-peer” è costituita dalla blockchain dove la centralizzazione dell’informazione è stata definitivamente dismessa a favore di una informazione condivisa fra tutti i nodi della rete e quindi implicitamente certificata e difficilmente sofisticabile.

La blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) è una struttura dati condivisa e “immutabile”. È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “blocchi”, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile nel concetto di “quanto”. Il suo contenuto una volta scritto tramite un processo normato, non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intero processo.

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La blockchain è per l’appunto la tecnologia su cui si basano gli NFT. In altre parole, il token è distribuito su più nodi di una rete rendendo il token stesso attendibile e non modificabile.

In che settori sono principalmente utilizzati gli NFT?

Con gli NFT il campo dell’arte ha vissuto una nuova vita: si è assistito alla nascita di diversi marketplace in cui è possibile acquistare e vendere opere uniche o in numero limitato. Il mercato è molto attivo ed ha generato un movimento speculativo rilevante che però inizia a scricchiolare… Nel 2021 grazie ad un’asta il primo tweet i Jack Dorsey è stato venduto all’imprenditore Sina Estavi per 3 milioni di dollari. Lo stesso a distanza di un anno ha provato a rivenderlo ricevendo una offerta massima di 6.800 dollari. Questo evidenzia come gli NFT nel campo dell’arte siano stati effettivamente una bolla speculativa che sta scoppiando…

Al campo dell’arte si affianca anche il mondo della moda: prodotti virtuali esclusivi venduti a prezzi rilevanti. Nasce il concetto di guardaroba digitale che viene addirittura visto da Gucci come il futuro della moda tanto da entrare a far parte delle nuove collezioni! Anche in questo caso la certificazione del possesso supera lo scoglio della mancata “fisicità del prodotto”, esigenza sempre meno sentita dalle nuove generazioni.

Infine, chiude la lista dei principali impieghi degli NFT il settore dell’intrattenimento digitale dove il vecchio concetto di DRM (digital rights management) viene sostituito dagli NFT che essendo immutabili garantiscono senza se e senza ma il possesso di una copia digitale di un film, un brano musicale o qualsiasi artefatto all’interno di un videogioco.

Presente e futuro

I settori in cui oggi gli NFT sono presenti in maniera importante sono veramente pochi e probabilmente frutto di considerazioni che divergono dal loro valore intrinseco a favore di speculazioni economiche di elevata entità.

Se ci fermiamo a riflettere sui concetti di possesso e di digitale esistono delle opportunità molto interessanti. La prima che possiamo immaginare è la totale dematerializzazione dei documenti cartacei che certificano una qualsiasi cosa: dal possesso di una casa a un certificato di malattia abbiamo sempre attorno a noi quantitativi enormi di carta. Immaginate di poter mantenere tutto in formato digitale, di non doverne dimostrare l’autenticità poiché non in discussione grazie agli NFT e di non dover fare file per richiedere una copia di un certificato piuttosto che non essere costretti a consegnarne una copia cartacea a qualcuno.

Questo semplice caso d’uso, non l’unico possibile nel prossimo futuro, evidenzia come gli NFT siano una tecnologia straordinaria che potenzialmente cambierà in meglio le nostre vite!

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