Ritorno al Futuro: le innovazioni anticipate dalla fantascienza

Ritorno al Futuro: le innovazioni anticipate dalla fantascienza

Dunque questo è il futuro! – Marty Mcfly quando arriva nella Hill Valley del suo futuro, il 2015, paragonandola a quella del suo presente, il 1985.

Probabilmente abbiamo esclamato la stessa cosa anche noi quando, nel 1985, eravamo al cinema per il primo film di quella che poi sarebbe diventata una trilogia: viaggi nel tempo, macchine volanti, gadget impensabili e case domotiche sono parte essenziale del successo riscosso dalle pellicole dirette da Robert Zemeckis e prodotte da Steven Spielberg e le collocano di diritto nel genere cinematografico della Science Fiction nonostante siano state pensate per il grande pubblico più che per una nicchia di appassionati.

Oggi molte di quelle tecnologie utilizzate dai personaggi divenuti iconici come Marty McFly, Doc Brown e Biff Tannen sono presenti nella nostra quotidianità e le diamo per scontate, ma dobbiamo considerare che 30 anni fa erano fantascienza pura e nessuno avrebbe mai scommesso che un monopattino che fluttua a 20 cm da terra sarebbe divenuto un oggetto realmente esistente!

Realtà o fantascienza?

Science Fiction noi la intendiamo come una finzione “verosimile” secondo i parametri della scienza e delle tecnologia. A questa definizione risponde anche “Ritorno al Futuro“, che vede protagonisti due affascinanti personaggi, un diciottenne ingenuo e determinato e uno scienziato geniale e scapestrato, che si ritrovano a viaggiare nel tempo per sciogliere l’intricata matassa temporale che loro stessi hanno contribuito ad aggrovigliare.

Il tema portante su cui si sviluppa l’avvincente trama è quindi quello dei viaggi nel tempo, che hanno come aspetto estremamente critico il rischio di generare incredibili paradossi temporali quando si interferisce con il corso degli eventi.

Credit: Universal Pictures – Ritorno al Futuro parte II

Marty: “E allora tutti quei discorsi che non si devono cambiare gli eventi futuri? … La continuità spazio-tempo? …”

Doc: “Beh, ho pensato: chi se ne frega!!!”

Le tecnologie rimaste fiction (almeno per ora!)

Macchina del tempo

La soluzione tech per eccellenza del film, anche se in realtà poco citata, è il flusso canalizzatore, il cuore pulsante del sistema che, travestito da Delorean DMC-12, consente di viaggiare a piacimento avanti e indietro nel tempo. Per quanto tutti vorremmo un’auto così, purtroppo siamo ancora molto lontani dal realizzare qualcosa di simile.

Marty: “Ma allora dove diavolo sono?” (La macchina e il cane Einstein, ndr)

Doc: “La domanda giusta è: quando diavolo sono?!”

Propulsore nucleare organico

Il reattore nucleare che sprigiona la potenza di 1,21 gigawatt necessaria per ogni viaggio con la Delorean è inizialmente alimentato col plutonio e successivamente con materiale organico. Anche per questo siamo molto lontani, ma ciò che concettualmente più ci si avvicina sono i bio-carburanti, come quelli realizzati dalla Fulcrum BioEnergy.

Macchina per leggere la mente

Il primo incontro tra il Marty del 1985 e il Doc del 1955 avviene mentre quest’ultimo sta sperimentando uno strano copricapo per leggere nel pensiero, ma i risultati sono decisamente deludenti. Qualcosa che richiama – molto alla lontana – questo tipo di soluzioni è il progetto Neuralink di Elon Musk.

Drone dog-sitter

Oggi i nostri cieli sarebbero già saturi di droni se non ci fossero limiti alla loro circolazione, ma quelli capaci di portare il cane a fare i bisogni non se ne sono ancora visti e i video che trovate in rete sono in realtà casi di droni guidati a distanza da quei pochissimi proprietari di animali che non considerano questo come uno dei rari momenti per rilassarsi e fare due passi.

Mazza da baseball telescopica

La trovata è scenicamente sagace ma avrebbe ben poco senso nella vita reale, motivo per cui nessuno si è mai cimentato nel mettere a punto qualcosa del genere, forse nemmeno nel pensarci.

Abbigliamento con regolazione della taglia

Questa invece avrebbe tantissimo senso, se solo esistesse: aspettare i saldi per acquistare un capo di abbigliamento senza correre il rischio che il commesso ci dica che la nostra taglia non è disponibile, non ha prezzo. Per tutto il resto c’è OmtaCard!

Le tecnologie diventate realtà

Domotica

Il primo capitolo della trilogia sia apre con una scena dedicata ad una primordiale automazione domestica in grado di preparare la colazione e riempire la ciotola del cane, con risultati discutibili. Nel secondo capitolo invece vediamo una vera casa del futuro con elettrodomestici connessi, megaschermi e apertura della porta d’ingresso con impronta digitale.

Riconoscimento biometrico

I sistemi di questo tipo sono ormai nella mani di tutti, se pensiamo al riconoscimento facciale o all’impronta digitale con cui sblocchiamo i nostri smartphone. Ma sta prendendo sempre più piede anche nei dispositivi domestici e in particolare per le serrature, come fa ad esempio Nuki: esistono sistemi sufficientemente sicuri (o quantomeno più sicuri delle chiavi tradizionali) che possono davvero rendere smart le nostre case, andando ben oltre l’accensione delle luci con i comandi vocali.

Automobile volante

La Delorean che vediamo alla fine del primo capitolo presenta la grande novità di poter volare e non ha più l’inconveniente di dover avere una strada sufficientemente lunga e sgombra per poter attivare il flusso canalizzatore. Oggi per le macchine volanti vediamo tante ipotesi teoriche ma nulla ancora di concreto, mentre a fine 2021 in Giappone è stata commercializzata per davvero la prima moto volante.

Marty: “Doc, devi prendere più rincorsa, non abbiamo abbastanza strada per arrivare e 88 miglia orarie.

Doc: “Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade”

Veicoli a guida autonoma

Nel film parte II, l’ambientazione cittadina pullula di auto che si guidano senza l’intervento attivo del guidatore. Ai nostri giorni queste auto non sono ancora in commercio ma esistono e sono in fase avanzata di sperimentazione, come dimostrano i progetti Waymo di Alphabet e Autopilot di Tesla, assieme a tanti altri. In Italia, precisamente a Parma, abbiamo inoltre una delle più interessanti società che sviluppano sistemi di visione per la guida autonoma, Vislab, da pochi anni diventata parte di un gruppo americano.

Oltre all’aspetto tecnico legato all’auto in senso stretto, quello su cui è necessario ancora lavorare molto sono l’adeguamento delle infrastrutture e delle normative (si veda come esempio il Decreto Smart Road del 2018).

Hoverboard a levitazione magnetica

Mettere i piedi su un monopattino che resta sollevato da terra deve essere un’esperienza strana e piacevole allo stesso tempo. Se volessimo toglierci questa curiorità, abbiamo l’opportunità per farlo perchè l’hoverboard su cui Marty si destreggia come un pro per mettere in ridicolo il bullo Biff in innumerevoli scene del secondo capitolo della serie esiste davvero. Ne sono un esempio Slide di Lexus e HendoHover, ma non sono ancora stati commercializzati.

Video-chiamate

Ai tempi in cui Ritorno al Futuro parte II è stato girato, il 1989, c’erano ancora le cabine telefoniche a gettoni eppure questo non ha impedito agli autori del film di immaginare che le persone avrebbero potuto fare video-chiamate con schermi giganti e vivavoce, cosa che oggi per noi è così frequente e presente nelle nostre vite, anche su dispositivi mobili, da aver generato la “Zoom fatigue” oppure, detta in italiano, la “zoomite”.

Fotocamera digitale

Difficile notarla nel film, poichè per noi esiste da decenni e molti nemmeno hanno mai usato una fotocamera analogica. Perciò potrebbe addirittura passare inosservata la scena, vista dal noi di oggi, in cui Doc utilizza una mini-fotocamera digitale per registrare una scena davanti ai suoi occhi.

Visore AR/VR

I visori per la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) sono una delle novità più recenti su cui si è creata un’aspettativa altissima, ancora non supportata da risultati soddisfacenti. Il caso più noto è quello di Magic Leap 1, che da tempo annuncia una rivoluzione epocale che non arriva mai, pur avendo raccolto ingenti capitali.

Non mancano tuttavia discreti prodotti già da tempo sul mercato come Playstation VR, lanciato nel 2016 da Sony per il mondo gaming, e Hololens, lanciato da Microsoft per applicazioni industriali. Tanti sono infine i rumors relativi ad un progetto Apple di cui ancora non si conoscono i dettagli.

In una scena del film si vede la figlia di Marty che, durante la cena, risponde ad una video-chiamata mettendo sul naso un minischermo integrato negli occhiali.

Anche se non si tratta propriamente di AR/VR, vale la pena citare anche il lancio recente dei Ray-Ban Stories smart glasses realizzati in collaborazione con Facebook.

Immagini olografiche

Quanto Marty “atterra” nella Hill Valley del (suo) futuro, il 2015, mentre passeggia un po’ spaesato a causa delle tante cose strane che si trova di fronte, viene attaccato da uno squalo che in realtà è un’immagine pubblicitaria 3D del film “Lo squalo 19”.

Oggi dire che il virtuale è reale non è più un ossimoro e le immagini olografiche sono tecnicamente possibili, con applicazioni infinite anche in ambito professionale. Solo un anno fa, Piero Angela ha partecipato ad una conferenza a Milano con la sua immagine 3D mentre il suo corpo era fisicamente a Roma. Microsoft sta puntando su questa tecnologia con il progetto Mesh.

Videogiochi senza mani

Nell’anno 2015 del film, giocare ad un videogame usando le mani – come facevamo noi nella nostra gioventù con i mitici cabinati delle sale giochi – è qualcosa di così tanto vecchio e “polveroso” che fa esclamare ai bambini nei confronti di Marty le parole di delusione “Si devono usare le mani?! Allora è un gioco da bambini“.

Oggi ci stiamo avvicinando a grandi passi a esperienze sempre più immersive nel mondo del gaming e, senza tirare in ballo il promettente ma ancora lontano Metaverso, esistono già innumerevoli opportunità per sperimentare nuovi modi di giocare, come quelli proposti da Wakanda.

Scarpe autoallaccianti

Il gadget che il vero nerd deve assolutamente avere! Marty ne è entusiasta quando le mette ai piedi e come non essere d’accordo con lui?

Ebbene queste scarpe esistono già e possono essere acquistate, come ad esempio le Nike Adapt, che permettono di regolare la chiusura o in base a preferenze personali memorizzabili o in base alla pressione del piede sulla suola. Usando inoltre l’app dedicata, non è più nemmeno necessario abbassarsi per slacciarle.

Conclusioni

Possono quindi i film di fantascienza prevedere il futuro? Considerando quante delle allora fantasiose tecnologie presenti in Ritorno al Futuro siano oggi dispositivi assolutamente comuni, la risposta è senza dubbio sì!

Ecco perchè abbiamo deciso che questo sarà il primo di una serie di articoli in cui andremo ad indagare come i film-maker del passato si sono immaginati il futuro che poi è diventato reale.

E tra le cose interessanti di questo film c’è anche il fatto che si discosta molto dall’approccio “tecno-pessimista” che ha caratterizzato il filone cyberpunk – con i suoi mondi distopici fatti di governi tecnocratici e oppressivi, violenza e decadenza morale – diventato un vero trend culturale che ha condizionato in qualche misura il nostro modo di guardare al futuro.

A questo proposito, segnaliamo il libro di Roberto Vacca, “Il Medioevo prossimo venturo“, in cui una concatenazione di eventi funesti fa saltare il delicato equilibrio di una società moderna troppo dipendente dalla tecnologia e rapidamente catapultata indietro nel tempo, non nel senso di un viaggio nel tempo ma nel senso di una regressione tecnica e sociale.

Ma noi preferiamo di gran lunga l’atmosfera scanzonata di Ritorno al Futuro!

Per approfondire

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