Riprendiamo l’argomento Bullet Journal in questa seconda parte dell’articolo. Vedremo cos’è il Bullet Journal, il suo scopo e i principali benefici. Senza tralasciare eventuali “difetti” e come correggerli integrando altre metodi.
Nel precedente articolo abbiamo visto brevemente le origini del Bullet Journal. Ryder Carroll, il creatore del metodo, soffre di un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, diagnosticato in giovane età. Per ovviare ai problemi legati alla sua condizione, principalmente a livello di concentrazione e organizzazione personale, alla fine degli anni novanta crea quello che, successivamente, sarebbe stato noto in tutto il mondo col nome di metodo Bullet Journal. Nel 2013, Carroll pubblica un libro con il medesimo titolo, creando di fatto un fenomeno senza precedenti nell’ambito dei metodi e strumenti per la produttività. Il Bullet Journal viene subito apprezzato in tutto il mondo, creando una nutrita comunità di sostenitori in poco tempo.
Come funziona?
Il metodo consiste nell’organizzare le attività da fare su base temporale ricorrendo alle efficaci to-do list. Attenzione però, il semplice ricorso alle liste da fare non è sufficiente! Una to-do list non è molto diversa da una semplice lista dei desideri. Senza un’opportuna pianificazione temporale e, soprattutto, senza un modo per gestire le inevitabili ripianificazioni, il metodo sarebbe un semplice esercizio di stile. Il metodo prevede innanzitutto l’uso di un taccuino fisico e di una penna. Perché? Semplice, è ampiamente dimostrato che la scrittura aiuta la memorizzazione e l’apprendimento in quanto consciamente prestiamo maggiore attenzione a ciò che scriviamo, mentre lo scriviamo.
Cosa serve?
Il metodo Bullet Journal è uno strumento potente grazie alla propria flessibilità. È contemporaneamente semplice e flessibile da adattarsi alle più disparate esigenze. Per iniziare è sufficiente un taccuino qualunque e una penna ma se volete veramente sfruttare al meglio il metodo, occorre dotarsi di un taccuino puntinato meglio se espressamente creato per il Bullet Journal con i numeri di pagina, come quello venduto sul sito ufficiale oppure il Rhodia Goalbook che ho scelto per il mio Bullet Journal. Vorrei ricordare che per creare un efficace Bullet Journal o brevemente BuJo, come alcuni lo chiamano, non è necessario essere degli artisti anzi il cuore del metodo prevede un approccio minimale dal punto di vista grafico. Non possiamo però non citare la nutrita comunità di persone che creano dei BuJo estremamente accattivanti tramite l’uso dei più svariati strumenti di scrittura: penne, pennarelli, evidenziatori, ecc. Io non sono un artista, creativo probabilmente ma di certo non un bravo illustratore, per cui ho optato per uno stile minimale ma con un layout un po’ più articolato dal punto di vista grafico che per me funziona molto bene.
Le sezioni del Bullet Journal
Un BuJo è articolato in sei parti dette anche spread:
- Index
- Key
- Future log
- Monthly/Daily log
- Collection
Riporto volutamente la notazione originale perché la maggior parte delle risorse sono in lingua inglese e, per chi si affaccia adesso al mondo del BuJo, potrebbe essere più semplice prendere confidenza con i termini più usati.
Index
Vista la natura dinamica del BuJo, è necessario tenere traccia di tutte le sezioni del diario con le relative pagine e per poter direttamente andare alla sezione di interesse senza dover scorrere tutte le pagine.
Key
Si tratta di una vera e propria legenda con le categorie di elementi che è possibile usare nei monthly e daily log. Il BuJo prevede almeno tre elementi ma è possibile personalizzare il proprio diario aggiungendo o modificando gli elementi delle to-do list:
- Task
- Eventi
- Note
Ogni elemento può essere affiancato da un cosiddetto signifier per identificare per esempio gli elementi importanti o prioritari. Nel metodo di Carroll si usa l’asterisco *. Nel processo di gestione e organizzazione delle attività è poi possibile usare i simboli < e > per indicare rispettivamente, quelle attività che è necessario spostare più avanti nel tempo (tipicamente ad un mese successivo) e quelle che è necessario spostare in un orizzonte temporale più vicino (l’indomani o la settimana successiva). Questa attività prende il nome di migration e rappresenta un’opportunità non solo per riorganizzare le attività ma anche per rivedere le proprie priorità, per riflettere su cosa è veramente importante per noi ed eliminare tutto il “rumore” di sottofondo che ci distoglie dai nostri obiettivi.
Future Log
Rappresenta una visione di insieme dell’anno suddivisa per mese. In ogni mese è possibile inserire in anticipo una sorta di backlog di attività o obiettivi che si intende raggiungere in quel periodo. Il future log è una sorta di panoramica di quelli che sono gli obiettivi di un periodo o, perché no, dell’intero anno. Per rendere efficace il BuJo sarà opportuno pianificare soprattutto le principali attività che, poco per volta, renderanno più vicino l’obiettivo che siamo prefissati. Senza dimenticare tutte quelle attività di più corto respiro che dobbiamo portare a termine comunque.
Monthly e Daily Log
Si tratta del cuore del nostro Bullet Journal, il luogo dove tutto viene deciso e pianificato a tavolino: eventi, cose da fare (o non fare), appuntamenti. Qui si apre un mondo di alternative. Dal log più minimale e quasi privo di orpelli grafici (come quello proposto da Carroll nel libro e nei video) a quelli più appariscenti e ricchi di elementi grafici.
Collection
E qui veniamo, se vogliamo, alla parte più dinamica del Bullet Journal. Le collection sono appunto collezioni di idee o note ma anche intere sezioni dedicate a progetti personali o lavorativi. Alcuni esempi possono essere:
- La pianificazione e/o il resoconto di un viaggio
- La gestione di un trasloco
- La lista dei libri, delle serie tv o dei film da vedere
- Una lista di argomenti da trattare negli articoli del blog e nelle room di Clubhouse 🙂
Mentre per gli altri spread la loro collocazione nel diario potrebbe essere di fatto naturalmente vincolata dalla sequenza temporale, per le collection ci possono essere diverse strategie. Le collection sono un particolare tipo di spread che non sempre è possibile pianificare in anticipo anzi spesso sono frutto di imprevisti, di nuove opportunità o idee che vengono man mano che il nostro BuJo prende forma. A proposito di idee, una collection davvero utile è rappresentata dalle cosiddette mappe mentali, di cui potremmo parlare in un prossimo articolo… Anzi, vado subito ad aggiornare la collection delle idee per il blog! È possibile aggregare le collection tutte insieme, magari relegandole nella seconda metà del taccuino, oppure inserirle man mano tra due daily log o tra due monthly log. In ogni caso è essenziale tenere traccia della posizione di una collection e annotarne immediatamente la pagina di riferimento nell’index.
Minimal è bello
La semplicità è la nota fondamentale di ogni vera eleganza
Coco Chanel
Per il mio Bullet Journal ho deciso di adottare un approccio minimal ma con un layout grafico che, almeno ai miei occhi, lo rende più funzionale e soprattutto agevola la visualizzazione e la memorizzazione delle attività. Nell’immagine seguente potete vedere la struttura del mio attuale daily log. Non preoccupatevi di dover mantenere la stessa struttura per tutta la durata del BuJo, se cambiate idea potete sempre modificare il vostro “template” in qualunque momento! Il Bullet Journal è vostro e solo vostro, è uno spazio in cui siete voi a dettare le regole, organizzandolo come meglio desiderate.
Se però avete una spiccata vena artistica, potete dare libero sfogo alla fantasia e un tocco ancora più personale al vostro BuJo. Se invece avete bisogno di trarre ispirazione o vedere come gli altri organizzano il proprio Bullet Journal, su Pinterest potete trovare tantissimi Pin con layout interessanti da cui trarre ispirazione.
Mindfulness e Bullet Journal
Il metodo Bullet Journal è davvero uno strumento efficace per organizzare il proprio tempo e non si limita solo a questo. è un vero strumento di mindfulness sotto le mentite spoglie di un metodo di produttività. L’attività di migrazione e le collection sono un supporto essenziale per riavvicinarci ai nostri obiettivi, per riacquisire consapevolezza nei nostri mezzi e in ciò che vogliamo diventare. Durante tutto il percorso che porterà alla formazione del nostro Bullet Journal, non dimentichiamo di fermarci di tanto in tanto per fare un bilancio del periodo precedente. Celebriamo sia i nostri successi ma soprattutto i fallimenti come opportunità di crescita e apprendimento. Se non siamo riusciti a portare a termine alcune attività, quello sarà il momento migliore per capire perché e come correggere il tiro. Capiremo molte cose di noi stessi e di come affrontiamo le sfide di tutti i giorni. E finalmente smetteremo di essere occupati e diventeremo veramente produttivi.