“Dopo tutto i computer sono solo macchine e non esseri pensanti”
“Tra non molto vedrà che lo saranno”
“Sarà fantastico! I computer e i programmi penseranno mentre la gente smetterà di farlo”
Tron, 1982
Nel 1982 Tron fu un film avveniristico, uno dei primi film a fare largo uso della CGI (Computer-Generated imagery).
Riguardarlo a distanza di 40 anni potrebbe far sorridere ma se riflettiamo seriamente sul fatto che eravamo nel 1982 e che il computer più potente all’epoca era il Cray X-MP presentato proprio quell’anno e capace di ben 400 MIPS (milioni di istruzioni al secondo), forse possiamo perdonargli qualche imperfezione. Tanto per fare un paragon(e), il Motorola 68000 montato sui Commodore Amiga era capace di 1 MIPS a 7Mhz (wow!).
Tron non ebbe grande successo al botteghino ma successivamente divenne un film culto con un seguito di appassionati incredibile, tanto da spingere Disney a produrre un seguito nel 2010 “Tron: Legacy”. Per la natura del soggetto e dell’ambientazione, i due Tron includono diversi gadget o tecnologie interessanti ma molte di queste, come sempre accade, sono rimaste solo fantasia. Almeno per ora…Ma bando alle ciance e scopriamo insieme gadget e innovazioni che hanno (o non hanno) trovato posto nella vita reale.
La scrivania touch di Dillinger
Partiamo dal primo Tron. Il mega direttore galattico, gran farabut usurpator ing. Arcangelo Dillinger Barambani ha nel suo mega ufficio una scrivania touch come quelle prodotte da Ideum. Dillinger può usare un terminale, una tastiera e un complesso sistema multimediale per dialogare col Master Control Program.
Una scrivania simile si trova nell’ufficio della sala giochi Flynn’s nel sequel.
Light Cycle
Dite la verità, anziché il solito gestaccio avete sempre segretamente desiderato di tagliare la strada ai vostri “nemici” in autostrada per poi farli schiantare contro la scia della vostra motocicletta. Vero? Sappiate che non vi giudichiamo e se volete almeno solo intimorire gli altri, potreste fare un pensierino su un modello custom ma guidabile nella realtà e battuto all’asta per $77 mila dollari. Vi rimandiamo alla notizia che potete trovare qui e se avete fatto shopping fatecelo sapere.
In alternativa Lotus ha creato una motocicletta in edizione limitata, opera del designer Daniel Simon che, oltre ad aver progettato proprio i veicoli per il film Tron: Legacy ha anche lavorato a Captain America: The First Avenger del 2011. Mancano però le lucine blu, non so voi ma…
Le scarpe a led
All’epoca dell’uscita del secondo film, lo stilista e designer di calzature Edmundo Castillo decise di creare una collezione di scarpe ispirate al film. Con tanto di connettore per la ricarica!
Se volete uno stile meno ricercato e propendete più per lo streetware, Adidas realizzò una collezione di sneakers in pieno stile futuristico. Buona caccia su eBay!
Il digitalizzatore laser
Un fascio laser scompone gli oggetti in molecole e ne trasferisce una copia digitale all’interno del sistema. Ovviamente ciò non è possibile, almeno in base alle attuali leggi della fisica. Esistono però degli scanner 3D detti a tempo di volo che, in maniera analoga al laser del film, misurano il tempo percorso dal fascio di luce da quando viene emesso fino a quando viene riflesso sulla superficie dell’oggetto e catturato dal sensore (tipicamente un fotodiodo nei modelli più semplici).Una particolare classe di scanner 3D a tempo di volo è rappresentata dal LiDAR, presente oggi anche in prodotti di classe consumer come l’iPhone 13.
Applicazioni tipiche di un scanner laser 3D sono la costruzione di un modello matematico dell’oggetto, la guida autonoma e la ricostruzione del terreno.
Le innovazioni fuori dal film
Mentre gli altri gadget non sembrano aver trovato strada nella vita reale (come il disco d’identità, per esempio), il franchise è stato invece una vera fonte d’ispirazione per alcune innovazioni nate successivamente o addirittura per alcune create proprio per produrlo.
Nel primo episodio il lavoro svolto da Ken Perlin nel realizzare un algoritmo di texturing in computer grafica, noto come Perlin Noise, gli valse l’Oscar alla tecnica nel 1997 e un brevetto nel 2001 per un algoritmo derivato.
The legacy of Tron: Legacy
A parte il gioco di parole, non possiamo non citare la vera chicca del secondo episodio. Jeff Bridges recita la doppia parte di Flynn da vecchio e di CLU che però ha le sembianze del giovane Flynn del 1982 ovvero quando l’attore aveva 33 anni.
Come è possibile direte voi? Be’ non era mica la prima volta!
La Digital Domain è una società di effetti visivi digitali che si è specializzata nel tempo nella creazione di soggetti digitali e in particolare modo nel ringiovanimento digitale. Il loro software di de-aging è infatti stato utilizzato due anni prima per il blockbuster Il curioso caso di Banjamin Button di David Fincher, interpretato dal suo attore feticcio Brad Pitt e a sua volta tratto da un racconto del 1922 di Francis Scott Fitzgerald.
Nel corso del tempo la tecnologia è stata migliorata e i risultati si possono ammirare in Gemini Man con Will Smith e The Irishman con Robert De Niro.
Tuttavia i risultati in Tron: Legacy lasciano un po’ a desiderare. Sembra che CLU sia una maschera di se stesso. L’operazione anti-età non ha sortito, a mio parere, gli effetti desiderati e Jeff Bridges, che sicuramente non è un attore inespressivo, nella sua forma ringiovanita non ha certo fatto la sua apparizione migliore.
Non mi fraintendete, l’algoritmo è impressionante e i risultati notevoli soprattutto all’epoca in cui non c’era benchmark significativi con altre tecnologie… fino ad oggi! Andate a guardare questo video che mette a confronto CLU nella sua versione in Legacy e una sua versione 3.0 migliorata con un algoritmo di deepfake e poi diteci cose ne pensate!
Curiosità
John Lasseter (ex-direttore creativo della Pixar e di Disney Animation Studios nonché autore dei più bei film di animazione in CGI mai creati) ha dichiarato che è stato profondamente ispirato da Tron e che senza di esso Toy Story non sarebbe mai esistito… Ringrazio personalmente Steven Lisberger per aver reso Toy Story realtà…
La serie televisiva Automan è chiaramente ispirata a Tron dove persino Cursore, il personaggio digitale a supporto del protagonista, è la diretta copia del cursorino Bit che assiste CLU/Flynn nelle sue incursioni nel metaverso. Ops! Non c’era ancora il metaverso all’epoca, direte voi. Forse il nome no ma il concetto era ampiamente diffuso in certa letteratura fantascientifica e cyberpunk.