Theranos: il gigante della Silicon Valley dai piedi di argilla

Theranos: il gigante della Silicon Valley dai piedi di argilla

Fake it till you make it!

(aforisma americano)

Questo celebre modo di dire descrive efficacemente la cultura americana, fortemente convinta che tutti possano avere un’opportunità indipendentemente dalla classe sociale di provenienza o dalla preparazione o dai capitali di partenza.

Questo approccio ha due risvolti. Il primo è la connotazione meritocratica del sistema economico, dove ciò che conterebbe davvero sono le idee, la visione e la determinazione nel realizzarle. Il secondo è la convinzione che molto di quello che serve per avere successo si può imparare sul campo perchè le opportunità di apprendimento sono disponibili per tutti oppure ce le si può creare da soli; in particolare è presente una “cultura del fallimento” secondo cui l’errore fa parte del normale percorso di sviluppo personale ed imprenditoriale e pertanto fallire non è una condanna né sociale né professionale (come invece accade nelle culture latine) ma una dimostrazione della capacità di sapersi rialzare e andare avanti verso i propri obiettivi, whatever it takes.

Ma questa volta il “fake it till you make it” descrive solo una parte della storia che stiamo per raccontare.

Inventing Elizabeth

Ha una profonda ammirazione per Steve Jobs tanto da arrivare a vestire come lui con un dolcevita nero, come lui è spinta dall’ambizione di cambiare il mondo ed esserne protagonista. Ha lasciato l’università per seguire il suo progetto imprenditoriale e in pochissimo tempo è diventata una star della Silicon Valley e esempio di genialità conosciuto in tutto il mondo.

Questa è Elizabeth Holmes che nel 2003 – a soli 19 anni – fonda Theranos, startup biotech con l’obiettivo dichiarato di cambiare per sempre il settore della diagnostica medica grazie ad un’idea rivoluzionaria.

Una donna ambiziosa ma ancora troppo giovane e senza alcuna esperienza a livello manageriale, limite a cui ha cercato di rimediare con l’arrivo in azienda di Ramesh Balwani, direttore generale con molti anni di carriera alle spalle che le faceva anche da mentore e motivatore.

La figura di Elizabeth è anche caratterizzata da innumerevoli speculazioni sul fatto che alcuni suoi comportamententi, come non sbattere mai le palpebre o abbassare volontariamente il timbro della sua voce, fossero chiari segnali di psicopatia.

Ma si sa, tutti i grandi personaggi della Silicon Valley non sono mai stati persone “normali”. E come tutte le storie della Silicon Valley, il personaggio gioca un ruolo assolutamente centrale, nel bene e nel male.

La rivoluzione di Theranos

L’idea alla base del modello di business è apparentemente semplice quanto incredibile: solo poche gocce di sangue per completare un test diagnostico, vale a dire un’analisi del sangue da cui rilevare la presenza o anche solo il rischio di una malattia.

Ma qual è la differenza con le comuni analisi che tutti conosciamo?

  • Meno invasiva perchè non sono necessari aghi nel braccio, cosa che mette a disagio molti, sostituiti da una piccola puntura sul dito.
  • Più veloce perchè sia il prelievo sia la restituzione dei risultati richiedono 15 minuti invece che molte ore.
  • Meno costosa dato che alcune tipologie di analisi possono costare pochi dollari invece che decine o centinaria di dollari.
  • Praticabile ovunque, non più solo nei centri di prelievo, ma anche in qualsiasi farmacia e centro commerciale.

Si tratta di differenze rilevanti in grado di moltiplicare il numero di test a cui le persone si sosttopongono – soprattutto negli Stati Uniti, dove i costi della Sanità sono alti e completamente a carico dei cittadini – e così aumentare esponenzialmente la possibilità della diagnosi precoce di una malattia e di conseguenza le possibilità di curarla in tempo e meglio. Non da ultimo, il progetto di Theranos prevede di restituire alla persona la proprietà di fatto dei suoi dati sanitari.

Il cuore tecnologico è rappresentato da un piccolo e miracoloso macchinario chiamato Edison, con il quale sarebbero possibili oltre 240 test diagnostici, dal colesterolo al cancro.

Theranos nel 2014 è stata in grado di realizzare una raccolta di investimenti privati pari a 700 milioni di dollari e di raggiungere una valutazione superiore ai 9 miliardi di dollari.

Il potenziale innovativo di tutto ciò è enorme, ma…

La caduta del gigante

… Ma in realtà nulla di concreto è stato davvero realizzato e i problemi tecnici di Edison sono tali da renderlo molto lontano da quello che si dichiara al pubblico.

Le difficoltà non vengono fatte trapelare e si instaura un clima di terrore nei confronti dei dipendenti perchè non parlino con nessuno di quanto sta accadendo; gli errori tecnici sono occultati e molti documenti contraffatti per nascondere la realtà delle cose, vale a dire che le aspettative richiedono ancora molto tempo e lavoro prima di poter essere soddisfatte.

Ammesso che avrebbero mai potuto!

Ma il tempo viene improvvisamente a mancare perchè nell’Ottobre del 2015 un’inchiesta di John Carreyrou, reporter del Wall Street Journal, scopre la falsificazione di alcuni test pubblicati da Theranos e genera quella crepa che porta velocemente al crollo non solo dell’azienda ma di un grande sogno che ha illuso tanti.

Alla fine del 2015 il valore della società è sceso a zero! A Settembre 2018 ne viene dichiarato il definitivo fallimento.

Elizabeth Holmes non ha mancato certo di perseveranza nel cercare la soluzione al suo problema, ma ha ampiamente superato quella linea sottile tra l’andare avanti ad ogni costo e nascondere la verità, forse anche a sè stessa, mentendo al mondo e truffando gli investitori.

Fake it till you make it!“, appunto, ma qui è mancata la seconda parte: Theranos non era altro che una scatola quasi del tutto vuota.

Il processo

Il non lieto fine viene sancito a Gennaio 2022 quando Elizabeth Holmes viene giudicata colpevole per 4 degli 11 capi di accusa e per questo rischia 20 anni di carcere.

E in un certo senso alla sbarra non è stata messa solo lei ma tutta la Silicon Valley che in tanti altri casi meno noti ha generato hype incredibili che si sono poi rivelati solo speculazioni, minando la fiducia della collettività e del sistema economico più generale.

“Dimmi una cosa amico mio, danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?”

Joker in Batman del 1989

Chi di voi si è appassionato a questa vicenda, potrà riviverla prossimamente nel film in preparazione con protagonista Jennifer Lawrence oppure, dal 20 Aprile, nella serie The Dropout su Disney+.

Conclusioni

Per innovare è necessario e inevitabile prendere dei rischi, anche grandi, come hanno fatto gli investitori di Theranos che credevano nel progetto visionario e come ha fatto Elizabeth Holmes che è andata avanti anche quando le difficoltà sembravano insormontabili.

Ma questa storia dimostra che esiste un limite poco netto oltre il quale finisce lo slancio innovatore e cominciano l’incapacità imprenditoriale prima e l’illecito poi. Per definizione tutte le startup sono chiamate ad avvicinarsi e a “giocare” pericolosamente su questo limite, ma solo quelle dotate di adeguate capacità tecniche e manageriali reali sono in grado di arrestarsi al momento giusto e trovare un’altra strada per andare avanti.

Per approfondire