Oggi si fa un gran parlare di Digital Transformation. C’è chi per esempio guarda a questa definizione dal punto di vista evoluzionistico (cfr. Siebel, Thomas. “Digital Transformation”, Rosetta Books), chi dal punto di vista più accademico dei cosiddetti processi di digitalizzazione (cfr. Ronchi M., Ciancia M. “Digital Transformation”, Franco Angeli).
Tutti gli approcci sono degni di menzione e interessanti, tra tutti mi affascina di più il lavoro di Siebel e non solo per la scorrevolezza del testo. Scrivere un post sulla Digital Transformation che miri a fare un po’ di chiarezza è quanto meno pretenzioso, non trovo utile raccattare in giro le varie definizioni e rielaborarle tout court. Se state leggendo queste righe è perché magari vi aspettate di trovare un punto di vista diverso, personale.
Fare Digital Transformation vuol dire trasformare radicalmente un business dalle fondamenta, nel 2021 ogni business dovrebbe essere digitale anche per le aziende più analogiche. Digital Transformation non vuol dire dotarsi della tecnologia più avanzata: a che serve parlare di data lake, internet of things, machine learning e intelligenza artificiale se il mio business è ancora essenzialmente basato su pergamena e calamaio e le regole aziendali scritte in caratteri cuneiformi?
La strada per la Digital Transformation passa per la tecnologia ma questa non sarà il fine ultimo. La tecnologia è strumentale al passaggio da modelli tradizionali a modelli digitali dove per modello si intende un approccio alla soluzione dei problemi aziendali che ha nelle persone le proprie fondamenta. Senza un radicale cambio di mentalità, qualunque operazione di Digital Transformation è destinata a fallire. Nessuna azienda potrà veramente dire di aver portato al successo un progetto di Digital Transformation se non ha investito tempo e risorse per modificare la propria vision, proposto soluzioni innovative, riqualificato il proprio personale e rimodellato i processi prima ancora di mettere mano ad una tastiera.
La strada per la Digital Transformation è lastricata di buone intenzioni
Un percorso di Digital Transformation che si rispetti deve basarsi su tre elementi fondamentali: metodologia, tecnologia, soluzioni.
È un processo complesso, lungo e laborioso. E pieno di insidie.
Il minimo comune denominatore di questi tre elementi costituenti è l’innovazione, la cui definizione secondo me più appropriata, si può trovare nel dizionario Treccani:
In senso concr., ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, ecc.
Dizionario Treccani
L’innovazione è quindi il “movente” per un processo di Digital Transformation mentre metodologia, tecnologia e soluzioni ne rappresentano gli ingredienti fondamentali.
Metodologia
In un contesto di piena innovazione non si può prescindere dal concetto di adozione (cfr. Rogers, Everett. Diffusion of Innovations, 5th Edition. Simon and Schuster, 2013) e del tempo necessario perché questa avvenga.
Per far sì che un’innovazione raggiunga la massa critica occorre prima puntare agli innovatori e ai cosiddetti adottatori precoci (early adopters), è tuttavia necessario raggiungerli velocemente e per primi, prima che lo faccia qualcun altro. Seth Godin (Godin, Seth. La mucca viola, Sperling & Kupfer) li chiama gli starnutatori ovvero gli unici in grado di diffondere il verbo e far conoscere quell’innovazione al resto dell’umanità.
Il tempo è tuo nemico, devi essere veloce e devi arrivare prima degli altri. Un progetto di Digital Transformation guidato dall’innovazione e dalla tecnologia senza un tempismo adeguato, è un progetto fallito in partenza.
Per questo è assolutamente necessario adottare metodologie Agile che consentano la creazione dei cosiddetti Minimum Viable Product in tempi veramente rapidi. SCRUM è la metodologia che meglio si presta a questo scopo.
Attenzione però, SCRUM non è un gioco! Occorre che tale metodologia venga adottata da tutta l’organizzazione o quanto meno una parte rilevante di essa.
Se pensi di innovare e fare Digital Transformation con un vecchio e classico approccio waterfall, non avrai vita facile.
Tecnologia
Oggi ci sono tecnologie che farebbero gongolare i migliori scrittori di fantascienza. Automazione di processi, intelligenza artificiale, assistenti virtuali, chatbot, apprendimento automatico, big data e macchine che guidano da sole sono solo alcuni esempi.
È essenziale per un progetto di Digital Transformation adottare le tecnologie più all’avanguardia. Sarebbe sicuramente singolare non farlo nel 2021 tuttavia ricordiamoci che l’adozione di una tecnologia, specie se innovativa, non deve essere fine a se stessa.
A che serve assumere decine di data scientist se alla fine ho solo bisogno di archiviare qualche migliaio di fatture? A cosa giova creare un chatbot se poi non adotto una efficace strategia di marketing e di supporto al cliente?
Le tecnologie e gli strumenti che oggi è necessario adottare nei prossimi uno o due anni, sono sicuramente le seguenti:
- Intelligent Robotic Process Automation
- Intelligenza artificiale e machine learning
- Chatbot
- Riconoscimento delle immagini e visione artificiale
- Internet of Things
Occorre farlo e velocemente ma, tanto per fare una citazione colta, adelante con juicio.
Soluzioni
Una soluzione è la risposta ad una domanda o problema iniziale. Essa è quindi il fine ultimo del processo di Digital Transformation, la sostituzione di un complesso di fattori con un output che semplifichi la vita dell’organizzazione oppure del cliente.
La Digital Transformation è quindi il complesso di persone e processi che, a fronte di una specifica esigenza di innovazione, determina una o più soluzioni atte a introdurre un radicale cambiamento organizzativo mediante l’uso di metodologie e tecnologie appropriate e all’avanguardia.
Le soluzioni, alla fine dei conti, sono i prodotti o servizi messi a disposizione dei clienti o degli impiegati di un’organizzazione.
La formula della felicità
Esiste una formulina magica per la Digital Transformation?
A quanto pare sì anche se non è proprio magica! Nel 1962 David Gleicher teorizza la formula del cambiamento. Eccola nella versione riformulata da Kathie Dannemiller:
C = I x V x P > R
Il cambiamento C è la risultante delle seguenti componenti:
- I = Insoddisfazione attuale
- V = Visione del cambiamento
- P = Primi passi verso il cambiamento
Il cambiamento può quindi avvenire se il valore C è superiore alla resistenza R al suddetto cambiamento.
Poiché la Digital Transformation coinvolge essenzialmente le persone e i processi da esse attuati, è chiaro che occorre adottare strategie mirate per coinvolgere le persone chiave e attuare il tanto desiderato cambiamento.
Solo il cambiamento è eterno, perpetuo, immortale.
Arthur Schopenhauer